Domaine Armand Rousseau
La Borgogna a Gevrey-Chambertin
“Finita la cerimonia del ricevimento, i quattro compagni furono immediatamente nelle braccia l’uno dell’altro. “Perbacco!” esclamò d’Artagnan “non potevate arrivare in un momento migliore; la carne non avrà ancora avuto il tempo di raffreddarsi, è vero signori?” aggiunse il giovanotto rivolgendosi alle due guardie che presentò ai moschettieri. “Ah! oh! Pare che si banchetti!” disse Porthos. “Spero” continuò Aramis “che non ci siano donne al vostro pranzo!” “C’è forse del vino potabile nella vostra bicocca?” chiese Athos. “Perbacco, c’è il vostro, caro amico” rispose d’Artagnan. “Il nostro vino?” fece Athos con meraviglia. “Sì, quello che mi avete mandato.” “Noi vi abbiamo mandato del vino?” “Ma lo sapete bene, quel vinello della collina d’Angiò.” “Sì, ora so di che vino volete parlare.” “Il vino che voi preferite.” “Certamente, quando non posso avere né Champagne, né CHAMBERTIN.” “Ebbene, in mancanza di Champagne e di CHAMBERTIN vi contenterete di questo.” “Dunque, avete fatto venire del vino d’Angiò, ghiottone che siete!” […]
da Les trois mousquetaires – I tre Moschettieri Alexandre Dumas, 1844
Quando ne avevano la possibilità (economica), i moschettieri, bevevano il vino di Chambertin. Napoleone lo adorava e lo pretendeva addirittura durante le campagne di guerra.
“Gevrey-Chambertin! Il nome è già evocazione di un prestigio […]” aggiunge Gaston Roupnel nel 1920.
“I vini di Gevrey hanno tutti i pregi dei vini di Borgogna senza averne i difetti”.
Nel 1847 una trovata geniale: viene votato all’unanimità il cambio del nome del piccolo comune borgognone: da Gevrey a Gevrey-Chambertin, per legare il nome del paese al nome della vigna più celebre, una delle prime operazioni di marketing della storia.
Il comune – quello di Gevrey – presenta un’auto-regolamentazione severissima tanto da votare, nel 1963, (110 voti favorevoli e 6 contrari) il DECLASSAMENTO VOLONTARIO di alcune vigne da Premier Cru a Villages.
Attualmente le vigne a Gevrey-Chambertin sono composte da 9 Grand Cru e 35 Premier Cru con almeno tre vigne, veri fiori all’occhiello della regione, per prestigio e storicità: Clos Saint-Jacques, Chambertin ed il leggendario Clos de Bèze, la vigna più antica di Borgogna.
In questa moltitudine di magnifici terroir, troviamo uno dei vignaioli più illuminati e oramai nell’olimpo del vino mondiale: Eric Rousseau del Domaine Armand Rousseau.
Il Domaine viene fondato all’inizio del XX secolo da Armand Rousseau, il quale, in principio, vende i propri vini in botte ai negozianti della regione e, solo nei primi decenni del 900, inizia ad imbottigliare.
Il figlio Armand, subentrato negli anni 60’ del secolo scorso, prosegue con l’acquisizione delle particelle più prodigiose di Gevrey. Attualmente, il Domaine Armand Rousseau è gestito da Eric Rousseau figlio di Charles e nipote del fondatore Armand.
Il Domaine è composto dalle vigne più leggendarie del pianeta terra. 15 ettari tutti consacrati al Pinot Nero: 6 parcelle Grand Cru a Chambertin: Ruchottes Chambertin in MONOPOLE, Charmes Chambertin, Mazy Chambertin, Clos de Béze e Chambertin; una parcella Grand Cru fuori da Gevrey: il leggendario Clos de la Roche.
Il Domaine dispone anche di Premier Cru di livello assoluto come il celebratissimo Clos St. Jacques e i famosissimi Les Cazetiers e Lavaux St. Jacques. I vini che ne derivano sono di qualità assoluta.
I vini di Gevrey e in particolare del Domaine Armand Rousseau hanno spontanea compostezza, un’ombrosa nobiltà e una solennità plastica. Savoir faire inconfondibile quello del Domaine, di suprema grazia, tra energia ed eleganza.
Negli ultimi anni Armand Rousseau è divenuto un vero e proprio reference standard con le quotazioni dei vini che hanno visto un incremento di prezzo senza precedenti e diventando inaccessibili ai più. Parliamo di un prezzo medio a bottiglia intorno ai 2.500€. Conseguenza naturale della crescente divaricazione tra domanda ed offerta certo, ma anche di una qualità con pochi eguali in Borgogna e quindi nel mondo, che provoca una ricerca spasmodica dei vini del Domaine e una vera lotta per contendersi una delle 65.000 bottiglie prodotte ogni anno.
In Italia è distribuito da Sarzi Amadé.
Iacopo
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