La Belle Epoque di Perrier-Jouët
Champagne e Arte
“Mi sta molto a cuore soddisfare pienamente coloro che mi onorano con il proprio interesse e per questo produco vini di qualità superiore”.
Pierre-Nicolas Perrier, 1821
LA STORIA
Si percorre l’Avenue de Champagne, a Épernay, un rettilineo di oltre un chilometro fiancheggiato dalle sedi Delle più grandi Maison. Al di sotto del manto stradale si snodano 110 km di cantine sotterranee, rifugio di oltre 200 milioni di bottiglie di Champagne. La Maison Perrier-Jouët affaccia proprio in questa leggendaria strada, visitata ogni anno da mezzo milione di persone.
L’anno di fondazione è il 1811 e coincide con il matrimonio tra Rose Adélaïde Jouët e Pierre-Nicolas Perrier; annata tra le migliori della storia di Champagne e millesimo leggendario perché caratterizzato dal passaggio della famosa cometa – in seguito poi ribattezzata C/1811 F1- cometa rimasta visibile ad occhio nudo per 260 giorni e descritta anche da Tolstoj in Guerra e Pace. La prima cuvée realizzata dalla Maison sarà battezzata proprio “Vino della Cometa”. Pierre Perrier aveva venticinquenne anni, Rose Adélaïde diciotto.
Avevano in proprietà 10 ettari di vigna posseduti dalla famiglia Perrier tra Epernay, Aÿ, Avenay, Dizy, Pierry e Chouilly. Subito dopo il matrimonio intentano la produzione di Champagne e iniziarono presto i primi acquisti per nuovi appezzamenti, che sarebbero poi diventati celebri Grands Crus della Côte des Blancs, ad Avize e Cramant. La bellezza, l’arte e la natura sono i tre caposaldi della Maison fin dalle origini e portati avanti dal figlio Charles e, successivamente, dai nipoti Henri e Octave Gallice. Lo Champagne di Perrier-Jouët, nel corso di pochissimo tempo, divenne popolare sia in Europa, sia negli Stati Uniti dove nel 1880 furono esportate un milione di bottiglie grazie all’opera dello stesso Henri che, inoltre, divenne uno dei membri fondatori dell’Association Viticole Champenoise (1898). Vino apprezzato in tutte le epoche: dalle corti reali, come quelle di Napoleone III o della regina Vittoria. Amato da Charles Baudelaire alla Principessa Grace di Monaco.
L’ARTE
“La filosofia dell’Art Nouveau, stile Liberty in Italia, rimane tuttora al centro della linea estetica e stilistica di Perrier Jouët, ovvero opere che si ispirano alla Natura e ai suoi processi, opere che portano bellezza nella vita quotidiana, opere dette “totali” che cancellano le frontiere tra le varie discipline e infine opere che valorizzano il lavoro artigianale.”
Harve Deschamps – settimo Chef de Cave
Maison dall’approccio moderno fin dalle origini. Già dal 1858 i tappi di Champagne di Perrier-Jouët avevano impresso il marchio PJ per evitare la contraffazione. Nel 1900 a Parigi si svolgono in contemporanea le Olimpiadi estive e l’Exposition Universelle. È molto probabile che in questo contesto Octave Gallice, abbia incontrato Emile Gallé (1846-1904) capofila dell’Art Nouveau.
Nacque così l’idea del leggendario disegno con anemoni giapponesi bianchi e rosa contornati d’oro in arabesco, che sarebbe stata in futuro l’eterna immagine di Perrier-Jouët. La storia racconta che furono prodotte quattro magnum nel 1902 dal mastro vetraio Gallé, ma ci si rese subito conto che il processo era troppo costoso e non sostenibile economicamente e così il progetto venne accantonato. Nel 1964 André Baveret, Chef de Cave all’epoca, ritrovò in cantina le mitiche magnum di “Belle Epoque 1900” con il disegno originale e volle fortemente che fosse quella la bottiglia per la cuvée prestige di Perrier Jouët, ma riprodurla non era così semplice, perché l’atelier Gallé nel frattempo aveva ogni mastro vetraio interpellato dichiarò che era una missione impossibile.
Solo un piccolo artigiano della periferia di Parigi, Jean Bigou, accettò la sfida. Aveva due piccoli forni da dodici bottiglie nel garage di casa e dopo vari tentativi trovò la formula per realizzarle. Con l’aumento della produzione le figlie di Bigou si spostarono in un atelier ad Argenteuil, dotato di cinque forni da 378 bottiglie, continuando ad usare una tecnica artigianale.
La Belle Epoque 1964 fu presentata all’Alcazar di Parigi per celebrare il settantesimo compleanno di Duke Ellington. Il successo fu immediato, la Belle Epoque colse le vibrazioni e lo spirito degli anni ’60 e nacque una seconda volta.
Nel 1980 iniziarono i lavori per la ristrutturazione della sede aziendale. La Maison sentiva la necessità di poter ospitare i loro clienti e amici in un ambiente in stile Art Nouveau. La residenza personale dell’AD dell’epoca divenne così la “Maison Belle Époque” e custodisce ancora oggi al suo interno opere e oggetti in stile Liberty, tra gli altri, di Hector Guimard, Louis Majorell, Jacques Gruber, Daum, Toulouse-Lautrec, Gallé, Rodin, Lalique. La Maison Belle Époque accoglie ancora oggi ospiti internazionali importanti. il rapporto che questi instaurano da sempre con l’arte.
La relazione tra Perrier-Jouët e l’arte prosegue fino a oggi, con importanti commissioni ad artisti contemporanei invitati a interpretare secondo i propri stili, linguaggi e sensibilità i temi cari alla Maison riprodotti da artisti del calibro di Daniel Arsham, Noé Duchaufour-Lawrance, Miguel Chevalier, Makoto Azuma, Tord Boontje, Studio Glithero e Simon Heijdens, Vik Muniz, mischer’traxler, Ritsue Mishima, Andrew Kudless, Luftwerk, Bethan Laura Wood e l’italiano Andrea Mancuso.
IL VINO
Oggi la Maison Perrier-Jouët possiede 65 ettari di proprietà che coprono circa 1/3 della produzione, e acquistano uve da vignaioli locali, per un totale di 3 milioni di bottiglie prodotte ogni anno. Le uve sono quasi esclusivamente provenienti da parcelle Grands Crus con 36 ettari coltivati a Chardonnay nei villaggi di Cramant e Avize, e lo Chardonnay è la firma distintiva dei vigneti Perrier-Jouët. La fermentazione alcolica, con svolgimento della malolattica su tutti i vini, avviene in piccoli tini di acciaio con vinificazioni separate per Cru e per parcella. Lo champagne affina a una temperatura naturale di 11°C nei cuniculi di cantina a una profondità di 30 metri sotto Avenue de Champagne. L’affinamento sui lieviti si protrae per 7/8 anni. Il remuage è manuale e dopo il dégorgement viene applicato un dosaggio di circa 9 g/l.
La Belle Epoque è declinata anche in Belle Epoque Rosé (1976) e Belle Epoque Blanc de Blancs, con l’annata 1993, elaborata solo con lo Chardonnay di due parcelle leggendarie di Cramant: Bourons Leroy e Bourons du Midi. Hervé Deschamps è stato il penultimo chef de caves della Maison. Entrato nel 1993 dopo un apprendistato durato dieci anni.
Il passaggio di consegne da uno Chef del Caves al successivo è un evento chiave per qualsiasi Maison di Champagne, ma per la Maison Perrier-Jouët, che ha avuto solo sette Chefs de Caves in oltre 200 anni, è davvero un momento storico. Nell’ottobre 2020, Séverine Frerson diventa l’ottava Chef de Caves – e la prima donna a ricoprire questo ruolo.
Hervé Deschamps ha avviato, durante la sua carriera con la Maison Perrier-Jouët, è una dimensione completamente nuova del ruolo dello Chef del Caves – quella di ambasciatore – che è poi diventato un modello per molte Maison di Champagne. Hervé Deschamps lascia un’eredità impressionante ed è anche lo Chef de Caves che ha rappresentato la Maison Perrier-Jouët in momenti cruciali della sua storia, non ultimo il suo 200° anniversario nel 2011. Per il bicentenario, Hervé ha riunito i principali critici enologici del mondo per una degustazione dell’annata 1825, imbottigliata dai fondatori e ritenuto lo champagne più antico del mondo. Deschamps lascia lo scettro a Séverine Frerson, la quale sente un’affinità speciale con la giovane Rose Adélaïde Jouët: “A parte il romanticismo della sua relazione con Pierre-Nicolas Perrier, vedo Rose-Adélaïde Jouët come una donna indipendente e di carattere, proprio come me”, dice. “Cercando negli archivi, ho scoperto che ha avuto un ruolo attivo nel ricevere gli ospiti e nel presentare la Maison e le sue cuvée. Ha dato grande importanza alla conversazione e alla convivialità, che è esattamente quello che faccio io. Ad esempio, non assaggerei mai i vini da sola: è un’esperienza che voglio sempre condividere con gli altri”.
Champagne Perrier-Jouët è distribuito in Italia da Marchesi Antinori.
Iacopo
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