Roberto Voerzio
Viticoltura in Langa
“Investire in grandi vigneti, concentrarsi sulla viticultura e rispettare i vini”
Roberto Voerzio
“Mi piace andare a Bordeaux e in Borgogna a visitare le cantine poco prima della vendemmia e parlare di viticultura: quando il lavoro in vigna è terminato e si ha un’idea reale del successo dell’azienda”
Roberto Voerzio è un vignaiolo di Langa, orgoglioso di esserlo. Nasce nel 1952 a La Morra e fin da subito, a 8 anni, aiuta il padre vignaiolo durante la vendemmia. Dopo aver lavorato per anni con il fratello, esordisce come solista nel 1986. Esordio non facile, proprio nell’anno dello scandalo del metanolo. Le idee e il progetto sono chiari fin da subito. Produrre vini che possano tranquillamente confrontarsi con i più leggendari vini del mondo. Viaggia in tutte le più importanti zone vitivinicole d’Europa e assaggia tutti i vini più importanti.
Da i 2 ettari iniziali, ora l’azienda Voerzio possiede appezzamenti nelle migliori zone delle Langhe, in particolare quelle dei Cru storici in zone di sicura e indubbia qualità: La Serra, Brunate, Cerequio, Sarmassa, Rocche dell’Annunziata, Fossati e Case Nere.
Nella “Barolo Story” Roberto Voerzio è dipinto come uno dei Barolo Boys “modernisti”. In realtà i vini Voerzio possiedono uno stile molto personale, di ispirazione “tradizionalista” guardando al lavoro e agli insegnamenti di Bruno Giacosa, Giovanni Conterno e Giuseppe Rinaldi. La famigerata barrique nella cantina di Voerzio è stata utilizzata più che altro motivi di necessità, in quanto producendo solo Barolo cru, ricavandone solo piccole quantità, la barrique era lo strumento più adatto per il loro affinamento separato.
Antonio Galloni: “Anche se spesso viene accomunato alla scuola moderna del Barolo, Voerzio trae la sua massima ispirazione dai maestri della scuola tradizionale, tra cui Bruno Giacosa, Giovanni Conterno e Beppe Rinaldi, tutti uomini di cui parla ancora con il massimo rispetto e ammirazione. Mi ha stupito vedere Voerzio aprire alcuni Barolo di riferimento di questi produttori alla fine di una degustazione; una proposta decisamente ad alto rischio, dato lo status di icona di quelle bottiglie. Non riesco a pensare a un altro produttore – in particolare uno con un curriculum relativamente breve – così disposto a mettere tutto in gioco confrontando apertamente i suoi vini con i capolavori riconosciuti della regione.”
IN VIGNA E IN CANTINA
“I miei vigneti sono in zone privilegiate che danno vini come piacciono a me”
I vigneti di Voerzio presentano caratteristiche molto peculiari. Sono piantati ad alta densità: 8.000-10.000 piante per ettaro contro una media in Langa di 3.500 ceppi per ettaro. Inoltre è davvero particolare il modo in cui controlla la resa, quasi in modo ossessivo. Il Nebbiolo nelle Langhe viene normalmente coltivato a 3 kg per pianta. Lui cerca di ottenere 500-800 grammi per pianta, per il Barolo, 700 g/pianta per gli altri vini; Roberto ha immesso sul mercato il Barolo Riserva RV 350, dove per 350 si intendono in grammi di frutto in pianta. Sono pochissimi i viticoltori al mondo con l’approccio di Roberto: una premura e una dedizione quasi maniacale, ossessiva per ogni singola pianta, arrivando a contare fino a 40 passaggi in vigna dalla concimazione alla potatura, dalla vendemmia verde a quella vera e propria.
La potatura si effettua a gennaio e si distingue in due stili. Per la Barbera, le viti sono ad Albarello (allevamento a capovolto con speroni corti). Per il Dolcetto e il Nebbiolo, è un semplice guyot con una canna a cinque o sei gemme e uno sperone corto di sostituzione. Tra la metà e la fine di luglio ha luogo la prima vendemmia verde, che riduce i grappoli per pianta da 12 a soli cinque. Poi c’è una seconda vendemmia verde a metà agosto, quando vengono eliminate le spalle dei grappoli in alcuni blocchi. Le basse rese consentono a Voerzio di vendemmiare da 10 a 20 giorni prima rispetto alla maggior parte dei produttori, a seconda dell’annata.
“Per quanto riguarda l’enologia moderna, le vasche d’acciaio termoregolate, sono l’unica invenzione” degne di essere ricordate. Per quanto riguarda le barrique, sono invece dei validi strumenti ma che si ricordano più per la loro facilità d’uso, per lo spostamento e per la loro pulizia.”
Roberto lavora con il figlio Davide e dal 2007 con la consulenza enologica di Cesare Bussolo. In cantina, la fermentazione è tutta in acciaio inox e c’è una vasta gamma di vasche in varie dimensioni. La permanenza sulle bucce varia da 10-12 giorni per il Dolcetto, 15-20 giorni per la Barbera e il Langhe Nebbiolo e 15-30 giorni per i Barolo. La fermentazione avviene a 28-30°C e viene raffreddata se si raggiungono i 33°C. Ci sono rimontaggi alle 6 del mattino e alle 18, che durano 5 minuti all’inizio, poi a metà fermentazione raddoppiano a 10 minuti, per poi scendere a 5 minuti in seguito. Le uve sono diraspate al 100% e sia la fermentazione alcolica che quella malolattica avvengono senza inoculo. Dopo la malolattica, il vino viene trasferito in botti grandi di rovere francese e di slavonia e in barrique. I vini trascorrono due anni in legno, poi vengono assemblati in acciaio inox dove rimangono per 6 mesi, e infine riposano in bottiglia per sei mesi prima di essere venduti.
Antonio Galloni: “I Barolo di Voerzio della fine degli anni ’80 e dell’inizio degli anni ’90 rappresentano un convincente equilibrio tra una moderna concezione della gestione dei vigneti e uno stile di vinificazione piuttosto tradizionale. […] Gli anni che vanno dal 1996 al 1998 sono probabilmente i più sperimentali della carriera di Voerzio, quando passa esclusivamente al rovere francese per l’invecchiamento dei suoi Barolo. L’annata 1996 è stata la prima e unica in cui anche le fermentazioni malolattiche sono state condotte in rovere francese. […] A partire dal 1999 i Barolo di Voerzio sembrano acquisire un’ulteriore misura di raffinatezza che ho sempre ammirato.
Con il recente Barolo Riserva Case Nere Riserva 10 anni dopo, Voerzio ora produce: Barolo La Morra, Barolo Brunate, Barolo La Serra, Barolo Cerequio, Barolo Rocche dell’Annunziata Torriglione, Barolo Fossati, Barolo Sarmassa (da Barolo); Barolo Riserva solo in magnum: Vecchie Vite dei Capalot e delle Brunate ed il Barolo Riserva RV350. Inoltre Produce la Barbera d’Alba Il Cerreto, il Dolcetto d’Alba Priavino, un Langhe Merlot, il Langhe Nebbiolo DIsanfrancesco ed il Barbera d’Alba Pozzo Annunziata.
Ogni bottiglia di Voerzio presenta in etichetta un’illustrazione dell’artista partigiano Riccardo Assom, con immagini di lavoratori in vigna in vivaci colori pastello, etichette molto iconiche. I vini di Voerzio sono imbottigliati, oltre alle consuete bottiglie da 0,75 litri, anche in Magnum, il Jeroboam, fino al Balthazar da 12 litri, particolarità abbastanza rara per la Langa.
La nuova generazione è rappresentata dal figlio Davide Voerzio:
“Crediamo che il modo migliore per migliorare la qualità sia non toccare il vino in cantina. Vogliamo far conoscere i nostri terroir e le diverse annate. Più si toccano i vini in cantina, più i vini avranno lo stesso sapore”
Iacopo
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