Marqués de Murrieta
Leggenda Riojana
Ringrazio l’amico Gianluca Petruzzi, Export Manager Europa di Marques de Murrieta, per il supporto nella stesura del testo e per il materiale fotografico.
Questa storia inizia con Luciano Murrieta, nato nel 1822 ad Arequipa, in Perù. Il padre era un uomo d’affari di Vizcaya e la madre una donna creola. Giovanissimo si trasferisce a Londra dove la sua famiglia trovò asilo dopo la fine delle ostilità che erano valse al Perù l’indipendenza dalla Spagna. Qui, Luciano crebbe sotto la l’ala protettrice dello zio Rivero e del Generale delle forze armate Baldomero Espartero, che lo iniziarono ai piaceri della vita, vino compreso, tanto da iniziare un fiorente commercio di barili carichi di vino spagnolo che, dal 1848, dalla Spagna partivano per l’Inghilterra e, da qui, alla volta di Cuba e del Messico.
Gli anni successivi, intorno al 1870, furono tempi instabili per l’Europa. In Spagna, la regina Isabella fu detronizzata da un colpo di stato. La ricerca di un successore adeguato fu addirittura una delle cause della guerra franco-tedesca. Nel 1872 Luciano Murrieta decise di realizzare il suo sogno: un Castillo nella Rioja sul modello degli Chateau di Bordeaux. Per fare questo, acquistò un terreno nella zona di Ygay, una zona molto vicina a Logroño, e diresse personalmente i lavori di costruzione della cantina, incorporando le tecniche del Médoc per realizzare uno degli impianti di produzione più avanzati del paese. Il suo contributo fece avanzare significativamente non solo la sua azienda vinicola, ma tutta la regione, contribuendo a plasmare la successiva denominazione di origine DO Rioja, tanto che il Re Amedeo Ferdinando Maria di Savoia onorò Murrieta con il titolo di marchese per il successo e il contributo alla divulgazione dei vini della Rioja nel mondo.
Nel 1911 Don Luciano morì senza figli a Logroño. Dopo anno instabili e di abbandono, nel 1983, Vicente Cebrián-Sagarriga, decimo conte di Creixell e uomo d’affari di origine galiziana, rilevò la cantina e subito decise di rilanciarla insieme a sua moglie Chus Suárez-Llanos. Sin dal loro insiediamento iniziarono i lavori di modernizzazione con lo scopo di preservare l’eredità e l’idea del marchese Murrieta. Vicente Cebrián Sagarriga, comprese le potenzialità, la tradizione e la magia degli edifici storici, in cui era custodita una straordinaria collezione di vecchie annate. Lo scopo di Vicente era ottenere il la massima qualità e portare il vino della Rioja al riconoscimento internazionale.
Durante la ristrutturazione della cantina, nel 1996 a soli 47 anni, Vicente Cebrián Sagarriga morì. I suoi giovanissimi figli – allora ventenni – Cristina e Vicente Dalmau Cebrián-Sagarriga, presero le redini dell’azienda Marques de Murrieta per preseguire sulle orme tracciate dal padre Vicente e ancor prima di lui del Marchese di Murrieta. Il primo compito che l’undicesimo conte di Creixell si è assunto è stato quello di inviare al mercato un messaggio di continuità, giovinezza e rinnovamento, che si è concretizzato negli anni in diverse tappe fondamentali dell’azienda come la ricostruzione del Castello di Ygay, la costruzione di alcuni nuovi impianti tecnici strutture, l’aggiornamento dei suoi vini storici o la creazione di nuovi vini riconosciuti da critici come Dalmau, Primer Rosé o La Comtesse.
Il fiore all’occhiello della trasformazione di Murrieta è la sua nuova cantina, inaugurata nel 2018. 25 mila metri quadrati di cantina che includono due differenti aree di fermentazione separate: una per i vini Marqués de Murrieta, l’altra per i vini provenienti dai singoli vigneti. Una sala di invecchiamento da 10.000 botti, una nuova linea di imbottigliamento, 53 serbatoi di cemento e un magazzino per l’invecchiamento con una capacità di 1 milione di bottiglie. Il progetto è arrivato al prezzo di 40 milioni di dollari.
La Spagna accoglie il più grande vigneto al mondo: 9,7 milioni di ettari vitati, che rappresentano il 13% della superficie mondiale. 90 denominazioni di origine in cui la regione della Rioja rappresenta la più antica e la più importante. Territorio antico, in cui si attesta la presenza della vitivis vinifera già nell’873 d.C. Anche qui, come altrove, furono i monaci i custodi del sapere vitivinicolo.
Nel 1560, i viticoltori della zona s’erano già uniti in una corporazione che permise loro di elaborare un logo ante litteram apposto sui barili di vino prodotto. Erano anni in cui l’unica via della vite era rappresentata dal Tempranillo, che sarà presto affiancato ai vitigni internazionali complici i buoni rapporti della Rioja con Bordeaux presso il quale anche il nostro Luciano Francisco trascorrerà alcuni anni di apprendistato.
Nel 1991 la Rioja ottiene la DO Qualificata, unica denominazione a vantare questo attributo fino al 2009, quando sarà raggiunta dal Priorat, in Cataluña. L’intero areale prende il nome da Rio Oja, un torrente che sfocia nell’Ebro, vicino ad Haro, caratterizzate da un clima atlantico e mediterraneo, con precipitazioni regolari e una prevalenza di terreno di tipo argilloso-calcareo, ferroso e alluvionale. La regione si suddivide in tre sottozone: Rioja Alta con suoli di matrice argillosa e calcarea in cui il Tempranillo è il vitigno principe; Rioja Alavesa, nella provincia di Álava, dove oltre al Tempranillo si impongono Granacha, Mazuelo e Graciano; Rioja Baja, a Navarra, dove il clima più secco e i suoli argillosi propiziano la diffusione della Granacha.
VINI
Pazo Barrantes: è il vino che proviene dalla tenuta di proprietà della famiglia Cebriàn dal 1511. Dodici ettari di arenaria e granito, coltivati ad Albarino. Fermentazione in acciaio inox e 2 mesi sulle fecce fini poi 7 mesi barrique di acacia. Seguono 16 mesi in bottiglia.
Gran Vino de Guarda La Comtesse: Sempre Albarino in purezza ma da singolo vigneto Pago Cacheiro, 1 ettaro e mezzo di sabbia e granito. Fermentazione in botti grandi di rovere francese Allier e 12 mesi di rovere come affinamento. Seguono 13 mesi di cemento pre-imbottigliamento.
Cappellania: Vino di recente ingresso, uve che provengono dallo stesso appezzamento da cui si vendemmia per il Castello Ygay Blanco. 6 ettari a 485 metri slm con suoli argillosi e calcarei. 21 mesi in botti di rovere francese.
Marques de Murrieta, Marques de Murrieta Reserva e Marques de Murrieta Gran Reserva: Blend di Tempranillo (dall’80% all’87%), Graciano (da 6% a 9%), Mazuelo (2%), Garnacha a completare. Tutti vini proveniente dai 250ha intorno alla cantina – tra i 320 e i 485 metri slm – divisi in 30 parcelle differenti, tra suoli di argilla, calcare ad altra concentrazione ferrosa. Vinificazione in rovere americano.
Dalmau: Dal secondo nome del proprietario. Singolo vigneto Pago Canajas piantato nel 1950 a 465m slm. 80% Tempranillo, 10% Cabernet Sauvignon e 10% Graciano. 20 mesi in barrique di rovere franese Allier.
Castillo Ygay Blanco: Il vino delle meraviglie. 98% Viura e 3% Malvasia. Una gran Reserva 1986 uscito in commercio e valutato nel 2016. 252 mesi in rovere americano e 67 mesi di cemento
Castillo Ygay: Il vino simbolo di Marques de Murrieta. 84% Tempranillo e 16% Mazuelo. Quaranta ettari a La Plana da vecchie vigne. 28 mesi in barrique di rovere americano per il Tempranillo, 28 mesi di rovere francese per il Mazuelo.
Nel 2016 arriva uno dei traguardi più importanti per la cantina, e quindi per il mondo del vino riojano e spagnolo. Uno dei vini di Marqués de Murrieta, Castillo Ygay Blanco Gran Reserva Especial 1986, diventa il primo vino bianco spagnolo sul mercato a raggiungere il punteggio di riferimento più alto del settore, 100 punti Robert Parker.
Questo gioiello ha ottenuto il punteggio più alto quando è stato degustato da Luis Gutiérrez, critico responsabile della pubblicazione di Robert Parker “The Wine Advocate”, affermando che era uno dei migliori vini bianchi che avesse assaggiato in tutta la sua vita.
Nel 2021 Castillo Ygay Gran Reserva Especial 2010 è stato riconosciuto come il miglior vino del mondo da sempre da parte di Wine Spectator.
Nel 2022, l’enologa María Vargas è stata scelta come migliore enologa del mondo ai Women in Wine & Spirits Awards tenutisi in Cina, riconoscendo la massima qualità ed eccellenza nel suo lavoro.
Il riconoscimento personale è stato esteso quest’anno anche al presidente della cantina. Il 2 maggio, Vicente D. Cebrián-Sagarriga, ha ritirato la Croce dell’Ordine del Secondo Maggio, una delle più alte onorificenze concesse dalla Comunità di Madrid.
Il presidente di Marqués de Murrieta ha ricevuto questo riconoscimento tenendo conto di vari criteri come la celebrazione del suo 170° anniversario, per essere originario di Madrid e con successo nel mondo degli affari, per essere leader nel settore vinicolo mondiale, per essere presente in più di 100 paesi e per aver raggiunto negli anni l’equilibrio tra tradizione e avanguardia.
Quest’estate ha portato con sé un’altra delle pietre miliari recenti più importanti per i vini Marqués de Murrieta. Per la prima volta nella storia, un’azienda vinicola spagnola è entrata nella classifica mondiale delle aziende vinicole con il maggior numero di 100 punti Parker assegnati.
Fino ad ora, cantine francesi come Petrus, Cheval Blanc, M. Chapoutier, Chateau D’Yquem o Chateau Latour appartenevano a questo club selezionato e ora la pionieristica azienda vinicola della Rioja si è unita con i suoi 8 volte e ha ottenuto 100 punti Parker. Questa prestigiosa classifica internazionale è stilata dalla celebre guida The Wine Advocate.
Il tocco finale è arrivato questo novembre. Marqués de Murrieta è stata scelta come la migliore azienda vinicola del mondo dopo aver ricevuto il premio internazionale “Best Of 2023”, assegnato dalla Rete mondiale delle principali capitali del vino. La giuria di questi premi ha sottolineato “il perfetto equilibrio tra storia e avanguardia che si respira nello spazio idilliaco che compone gli edifici di Marqués de Murrieta”, così come “l’eccellenza che hanno raggiunto nei loro vini, la loro presenza internazionale e la loro immagine”.
Nel 2023, ulteriore consacrazione, con Castillo YGay valutato 100 punti da James Suckling.
Marqués de Murrieta è distribuita in Italia da Sagna S.p.a.
Iacopo
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